INFERNO (cantica dantesca)

La struttura della mappa presenta una tripartizione dello spazio a disposizione in sezioni verticali che offre una duplice possibilità di lettura: per bande verticali o scorrendo orizzontalmente da una banda all’altra.

La colonna centrale, volutamente conica, rappresenta la divisione per canti. Pochi richiami paesaggistici di riferimento: due fiumi: l’Acheronte e il Flegetonte; il Cocito; le mura della città di Dite e soprattutto due porte: la porta dell’Inferno e quella della Città di Dite. Nella scelta dei versi la cantica infernale viene privata di tutti i riferimenti cosmologici, astronomici, teologici. I versi scelti sono un ininterrotto racconto di incontri e si può procedere nella lettura da un canto all’altro.

La colonna di sinistra è organizzata in bande orizzontali di due colori che si alternano a indicare cerchi, gironi e bolge. L’idea è quella di mantenere l’impianto medievale cristiano.

Colonna di destra. Un’astrazione. Una catena ininterrotta di testi del Novecento con un’idea di fondo: “l’uomo moderno non può semplicemente credere, ma ha bisogno di capire”. Le citazioni sono quelle di chi ha cercato di “capire” il testo dantesco. Ciascuno a suo modo.

Una descrizione più  completa di questa mappa potete leggerla qui.

Buona consultazione.